"Non è quello che avevo in mente" - Perché i requisiti cambiano sempre nei progetti?
Hai mai vissuto questa situazione?
Conduci un progetto, raccogli i requisiti, documenti tutto con precisione, mandi email, prepari report. Poi arriva il momento della consegna e il cliente ti dice:
- “No, aspetta! Ora che lo vedo, voglio cambiarlo.”
- “Non è quello che avevo in mente.”
- “Adesso capisco meglio cosa voglio davvero.”
Se hai annuito leggendo queste frasi, sappi che non sei solo.
Perché i requisiti non sono mai chiari?
Oggi più che mai vale una frase che ha cambiato il mio modo di vedere i progetti:
- “So cosa voglio solo dopo averlo visto.” (IKIWISI)
Viviamo in un’epoca di rapidità e innovazione. Molti progetti riguardano prodotti o servizi intangibili, digitali, mai realizzati prima. Fino a quando qualcosa non prende forma, è difficile immaginarselo davvero.
I clienti (e anche noi stessi) spesso capiscono ciò di cui hanno bisogno solo dopo aver visto un primo risultato concreto.
La soluzione non è combattere questa realtà, ma accettarla e gestirla con gli strumenti giusti.
Approcci adattivi e iterativi: il segreto per governare l’incertezza
- In un mondo in cui il cambiamento è costante, i modelli predittivi tradizionali faticano a stare al passo.
- Ecco perché gli approcci iterativi e incrementali dell’Agile sono sempre più diffusi.
- Creare versioni iniziali, raccogliere feedback e migliorare progressivamente è il modo più efficace per ridurre il rischio e soddisfare davvero il cliente.
Se quello che ho descritto ti è familiare e vuoi approfondire il tema, ti consiglio di esplorare il percorso Agile del Project Management Institute.
Vuoi saperne di più?
Hai vissuto esperienze simili? Scrivimi nei in privato! Sarò felice di confrontarmi con te e rispondere alle tue domande.
Non combattere il cambiamento, impara a governarlo.